Ipnosi


Senza rendercene conto appieno, tutti noi sperimentiamo la comune trance quotidiana quando ci troviamo assorti in un momento di fantasticheria interiore o di preoccupazione.

Durante questi periodi ci astraiamo dalla nostra routine quotidiana, a volte automaticamente; molta della nostra attenzione è rivolta all’interno quando abbiamo un’esperienza di noi stessi un po’ più profonda e probabilmente otteniamo una nuova prospettiva o risolviamo un problema.

M. Erickson, il famoso “fondatore” dell’ipnosi moderna ha insegnato che l’ipnosi non è altro che una condizione naturale che si verifica spontaneamente in diversi momenti della vita quotidiana e che può essere indotta nel pieno rispetto delle esigenze e delle capacità della persona. Nel primo scritto relativo all’approccio strategico (1930) dichiarava che le tecniche ipnotiche indirette ovvero la comunicazione suggestiva e le prescrizioni ingiuntive, funzionano molto di più delle tecniche ipnotiche dirette, ossia le induzioni di trance e le prescrizioni post ipnotiche. Le ricerche più recenti dimostrano chiaramente come la relazione terapeutica che si viene a stabilire grazie all’abile, attento e sapiente uso della comunicazione da parte del terapeuta, sia il veicolo fondamentale degli effetti terapeutici.

Nella ben nota “Pragmatica della Comunicazione Umana” Paul Watzlawick ci indica come il linguaggio che utilizziamo crea quelle realtà ove è possibile fare sì che il paziente trovi un’alternativa alle sue rigide e disfunzionali percezioni delle realtà, facendogli così vivere reali e concrete “esperienze emozionali correttive” (F. Alexander 1946).

Come opera l’ipnosi?

L’ipnosi è essenzialmente una comunicazione di idee e concetti – dal soggetto al soggetto stesso – effettuata in forma tale da renderlo estremamente ricettivo a ciò che gli viene presentato e quindi motivarlo a sviluppare le potenzialità del suo corpo per il controllo delle sue risposte e del suo comportamento, sia a livello psicologico sia a livello fisiologico (M. H. Erickson).

L’ipnosi è un particolare stato psicologico, uno stato intermedio tra sonno e veglia, dove la condizione psichica del cliente può accedere a quelle risorse che nella situazione disfunzionale non riesce ad usare.

L’ipnosi può avere un impatto non solo sulla psiche della persona, ma anche sul suo corpo attivando processi di autoguarigione biologica. Secondo E. L. Rossi mente e corpo fanno parte di un unico sistema di trasduzione (conversione o trasformazione) dell’informazione da una forma all’altra, individuando nel sistema limbico-ipotalamico il principale trasduttore psicofisico, atto a convertire le informazioni della mente in risposte biochimiche dell’organismo.

L’ipnoterapia moderna è diversa dalla concezione popolare dell’ipnosi come misteriosa rappresentazione scenografica, bensì tende a guidare il paziente in quegli interessanti stati alterati di coscienza generalmente chiamati trance. Poi la terapia procede con l’usare le conoscenze che la persona già possiede (emersa con l’ipnosi) e ad applicarle in modi diversi.

Alcuni autori sostengono inoltre che l’ipnosi è di per sé uno stato benefico per la persona e per ristabilire il proprio equilibrio psico-fisico e i propri ritmi biologici (Del Castello, Loriedo; 1995).

Le tecnica dell’ipnosi in terapia, è diventata uno strumento di applicazione in vari ambiti psicologici. Può essere efficacemente utilizzata per il trattamento di vari disturbi come ad esempio l’insonnia, l’emicrania, i disturbi cardio-vascolari, i disturbi intestinali, ma anche in analgesia solo per citarne alcune applicazioni.

L’ipnosi può essere utile per:

  • Superare paure
  • Rilassarsi e ritrovare l’equilibrio emotivo
  • Superare traumi
  • Controllare il dolore fisico
  • Aumentare le proprie capacità intuitive
  • Migliorare le proprie relazioni con gli altri

Nell’ambito della scienza della performance, a titolo d’esempio, l’ipnosi – mediante uno stato di particolare attivazione di attenzione focale intrapersonale – coadiuva l’intervento relativo al:

  • Miglioramento delle capacità di concentrazione
  • Miglioramento dell’attività agonistica e delle prestazioni sportive
  • Superamento del “blocco dell’atleta”


Erickson: cenni sul terapeuta e il “suo” inconscio         

 

Potremmo definire l’ipnosi come uno stato di coscienza molto focalizzato, nel quale l’attenzione è rivolta solo a ciò che è immediatamente rilevante. 

In questo stato di coscienza è possibile rendersi conto dei propri potenziali a livello fisico, emozionale, intellettuale e comportamentale.

A differenza delle terapie in voga all’epoca (psicanalisi e di orientamento causale) Erickson non dava importanza all’insight e promuoveva varie tecniche innovative come le suggestioni indirette, i doppi legami, le metafore, la disseminazione di concetti, l’utilizzazione secondo il famoso principio: “tutto ciò che il paziente ti presenta in studio, va assolutamente utilizzato“. Si interessò in particolare ai metodi naturalistici (senza induzione formale), che lo portò a utilizzare l’ipnosi in modo creativo non più cioè come una serie di rituali standard ma come un particolare stile comunicativo e una particolare “situazione comunicativa relazionale”.

Una convinzione fondamentale di Erickson fu che l’ipnosi – come aveva potuto verificare – esiste in un gran numero di situazioni della vita quotidiana, non è necessario quindi un rituale specifico, strano o complicato per indurla. L’ipnosi era più che altro uno stile comunicativo che lo seguiva in qualsiasi approccio con il cliente. Da questa convinzione deriva l’approccio naturalistico che l’ha reso famoso.

Scopo della sua ipnosi era quello di accedere al potenziale inconscio e alla capacità naturale di apprendere del cliente, depotenziando al contempo i suoi schemi limitanti.  L’inconscio descritto da Erickson non era quello di Freud, si trattava di una forza amica dalla quale trarre risorse. L’inconscio è inteso come un grande serbatoio di risorse: “Associa immagini, sensazioni, idee e simboli secondo rapporti di analogia e somiglianza che hanno fra loro, operando in un presente permanente. Queste catene di associazioni si spezzano e si intersecano, si allacciano e si sciolgono in una complessità che sfida qualsiasi analisi razionale. È questo il motivo per cui Erickson considerò l’analisi freudiana dell’inconscio un’impresa prometeica, irrealistica e inefficace. La complessità dell’inconscio e la povertà dei mezzi del conscio sono tali che è meglio lasciare che sia l’inconscio a disfare ciò che ha fatto. La terapia deve solo fornirgli il contesto in cui farlo. Tanto peggio se non comprendiamo il motivo per cui il paziente sta meglio”.

Secondo Erickson il terapeuta deve promuovere il cambiamento tramite questi “inganni” per liberare il paziente dalle limitazioni apprese. La coscienza dell’uomo moderno razionalistico gli permette di sfruttare solo in minima parte le sue risorse mentali. Ecco perché l’approccio ericksoniano, a differenza della maggior parte delle psicoterapie tradizionali volte a rendere coscienti i contenuti inconsci, consiste nell’attivare le associazioni inconsce eludendo l’intenzionalità cosciente del soggetto. “Se il suo IO fosse capace di risolvere il problema – fa rilevare Erickson – il paziente non avrebbe bisogno di un terapeuta”. Nella seconda metà della sua carriera Erickson utilizzava stati di trance leggera, che ad un occhio inesperto può sembrare uno stato di veglia normale, lavorando in ottica conversazionale. Nella seconda metà della sua carriera professionale, Erickson utilizzò sempre più, al fine di raggiungere un cambiamento terapeutico, le prescrizioni di comportamento diretto al di fuori degli stati di trance. Essendo un vero maestro nell’aggirare la resistenza, ci fornì una regola importante: “Impara ed usa il linguaggio del paziente”.

Attraverso quindi il linguaggio (e le tecniche ipnotiche specifiche), si attua un cambiamento dall’interno dell’individuo che consente all’individuo stesso il passaggio da uno stato disfunzionale di sofferenza ad uno funzionale di superamento del problema/disturbo.

Durante la sua strabiliante carriera di ipnoterapeuta e psicoterapeuta ha messo a punto una miriade di strategie e tecniche di intervento per la risoluzione in tempi brevi delle problematiche di ordine psichico e comportamentale.


Rif. Bibliografici